20091024

esemplare di 7hg, di quelli che da soli fanno la giornata!





avete presente quando ti chini a raccogliere un fungo, cominci a pulirlo con il coltello e mentre sei lì con lo sguardo a livello del suolo ne intravedi un altro poco distante, e poi uno accanto e poi la sagoma di quello che potrebbe essere un altro fungo (e lo sarà) sotto un mucchio di foglie secche? per ben due volte a metà mattina siamo dovuti tornare alla macchina a svuotare i cavagnin e abbiamo finito la giornata quando ormai faceva quasi buio!




queste le foto di due delle ultime recenti raccolte, le migliori, per me, degli ultimi 4 anni




ai pescatori ed ai fungaroli conviene sempre fare la tara ma devo dire che questa volta i chili erano davvero tanti e soprattutto la qualità sopraffina.

ariecchice


due anni di assenza! ho avuto i miei motivi...ma dopo la fenomenale stagione di quest'anno, periodo preestivo compreso, ho deciso di riprendere le fila del blog, continuare il mio manuale e per lo meno, cosa che farò da subito, postare le foto delle raccolte di quest'anno.

20071210

dal sito della regione

Questo è tutto ciò che ho trovato per ora.
allego oltre il link al testo della normativa precedente

PIEMONTE INFORMA
DIARIO
Legge sulla raccolta dei funghi

Ridefinite il 4 dicembre dal Consiglio regionale, a distanza di 25 anni dalla precedente normativa, le regole per la raccolta dei funghi e per la conservazione del contesto ambientale in cui questi si sviluppano. La legge, che ha avuto come primo firmatario il consigliere Luca Robotti, ha il suo punto cardine nel normare le modalità di raccolta con finalità scientifiche e culturali con l’istituzione di un tesserino unico regionale e, con riferimento all’operato delle associazioni micologiche, apre anche la possibilità di intervenire a sostegno della manutenzione del territorio, soprattutto per quanto concerne i castagneti, dando la possibilità alla Giunta regionale di predisporre incentivi per la gestione e la pulizia degli stessi. "Sono ovviamente molto soddisfatto - afferma l’assessore regionale all'Agricoltura, Mino Taricco - sia per la possibilità di sostenere i conduttori di castagneti nel lavoro di pulizia e manutenzione, sia per il nuovo quadro normativo, che va a tutelare i conduttori dei fondi che curano gli stessi e che traggono dal bene fungo uno degli elementi di sostentamento. Il riconoscimento per le associazioni micologiche è una novità nata da un confronto molto costruttivo anche con le rappresentanze dei territori e con tutti coloro che hanno a cuore i funghi e gli ambienti in cui crescono”. “Con il tesserino unico regionale per la raccolta dei funghi - commenta l’assessore all’Ambiente, Nicola de Ruggiero - si fa un grande passo avanti nel campo della semplificazione che favorisce il cittadino appassionato e attento alla tutela dell’ecosistema del bosco. Inoltre, aldilà di uniformare in tutto il Piemonte le modalità di emissione dell’autorizzazione alla raccolta dei funghi, permette di effettuare un pagamento pluriennale tramite un semplice versamento alla posta”. In precedenza i tesserini erano annuali e venivano emessi dagli enti locali esclusivamente per le proprie aree di competenza. I proventi serviranno per incentivare la tutela, il mantenimento ed il controllo delle aree boschive, privilegiando le finalità ambientali.
lc-va
Torino, 05/12/2007

il link al vecchio testo

http://natura.provincia.cuneo.it/normativa/index.jsp#funghi



20071205

AVVISO AI NAVIGANTI

Fungaroli di tutto il piemonte:unitevi!
è stata approvata oggi, ne trovate notizia sulle pagine regionali, la normativa che regolamenta la raccolta funghi in piemonte e istituisce modalità regionali per la raccolta e l'acquisto del tesserino annuale. In rete ho trovato soltanto un riferimento al link www.newsfood.com/Articolo/Italia/20071205-Raccolta-funghi-Regione-Piemonte-approva-legge.asp - 4 ore fa
spero presto di potere riportare sul blog il testo completo.
chi avesse altre informazioni in merito è pregato di segnalarlo nei commenti.

20071202

SECONDA PARTE

PARLANDO DEL COME

A) Molto da dire ci sarebbe intorno al come. Come andare a funghi, con quale tipo di approccio, quale spirito, ma anche con quale equipaggiamento e quale mezzo. E poiché fin dall’inizio il mio intento è quello di non allinearmi ai soliti manuali, come già più volte ho avuto modo di ribadire, è principalmente la prima questione menzionata, ovvero quella dell’approccio, che mi interessa approfondire e sviluppare.
Esistono diversi tipi di atteggiamento, quasi dei caratteri che contraddistinguono i cercatori e dei quali io ne ho sperimentati e conosciuti diversi. E di questi proverò nelle righe seguenti a tratteggiare un profilo, ben lieto, nel caso qualcuno volesse aggiungere ad essi la descrizione di un altro Tipo, di pubblicarla sul blog.
IL PESSIMISTA: quella del pessimista è una categoria molto ampia che ricomprende anche il Lamentoso, il Negativo e l’Incontentabile. Il pessimista tende a prefigurare, fin dall’inizio della gita a funghi, una giornata povera e infruttuosa: in macchina sostiene già che non sarà una buona giornata, troppo freddo, o troppo caldo, o troppo presto per trovare alcunché; risalendo le pendici del bosco scuote la testa e lamenta la scarsità di funghi, la secchezza della terra, la mancanza di quelle favorevoli condizioni di cui abbiamo già parlato. Nella pausa panino, seduti su un ceppo a rifocillare lo stomaco e recuperare energia, non fa che schioccare la lingua, “tch”, piangendo la difficoltà di trovare buoni funghi. Malgrado questa predisposizione negativa nei confronti della ricerca, la tecnica del “lamento”, che solitamente il Pessimista è maestro nell’applicare, porta spesso a buoni risultati e comunque, se qualcuno rifiutasse l’idea a cui io credo, pur non rientrando in questa categoria, che lamentarsi porti i funghi a svelarsi, consente a chi era partito con la convinzione di un insuccesso annunciato, di trovare soddisfazione anche da una raccolta minima, che rispetto allo zero prospettato è pur sempre qualcosa. Peculiarità del Pessimista lamentoso è la trasformazione, soprattutto in caso di cestino pieno, tra il viaggio di andata, la ricerca stessa, e il viaggio di ritorno, in cui il suddetto può scivolare a seconda dei casi nella sottocategoria dell’Incontentabile (superfluo spiegarne le caratteristiche), o del Pessimista Cronico.
L’OTTIMISTA: poco da dire su questa categoria che, ovviamente, comprende tra le proprie fila i cercatori il cui atteggiamento di partenza è opposto a quello del pessimista. Se non che malgrado il rischio della delusione, rischio che il pessimista scongiura, spesso l’approccio positivo alla ricerca viene premiato facendo sì che l’ottimismo si conservi per le future scampagnate.
L’INDIFFERENTE: evidente via di mezzo tra i due profili precedenti, l’indifferente di solito lo è anche nella vita. Prende l’attività della ricerca, l’idea della scampagnata, i piaceri della compagnia, con un distacco che solitamente è segno di un carattere ombroso, taciturno, equilibrato. Che tale si mantiene, per natura, anche nella fase più coinvolgente della ricerca stessa e soprattutto, a meno di ritrovamenti clamorosi, persino nel momento in cui l’indifferente si trova di fronte ad un bel porcino da tre etti che fa capolino da un ramo basso di felce.
IL SOLITARIO: pur non essendo tale per natura, mi sento di appartenere a questa categoria che nel mio caso si mescola con quella del MISTICO, opposta a quella dello SPORTIVO che analizzerò più avanti. Il solitario, forse a causa della magia che un bosco può trasmettere, del silenzio, dell’atmosfera di raccoglimento che aleggia tra i rami degli alberi e si solleva dal suolo come una nebbiolina, tende dopo un po’ a cercare di isolarsi, distaccarsi, perdersi nel bosco mischiando ricerca e meditazione, convinto, come lo sono io, che quella vena intimista e spirituale entro cui ci si può raccogliere, possa favorire il ritrovamento dei funghi e stabilire quel metafisico, trascendente contatto che il bulaiè può instaurare con il fungo. Nel mio caso, il piacere della fuga si unisce tuttavia a quello della condivisione che raggiunge il suo picco nel momento in cui, a seguito di un ritrovamento, ci si riunisce per contemplare il risultato ottenuto da uno o più dei compagni.
LO SPORTIVO: lo sportivo è colui il quale intraprende la gita a funghi come un attività fisica, che aggredisce le pendici del bosco come se stesse partecipando ad una gara campestre e che in genere ha un atteggiamento agonistico, fisico. L’obiettivo dello sportivo è eliminare tossine, allenare i muscoli, mettere alla prova il fisico e, secondariamente, riempire il cestino. Quando tale attività viene vissuta nella sua dimensione partecipativa, il profilo dello sportivo coincide con quello del COMPAGNONE,

che per definizione si oppone al Solitario e che spesso confluisce nella figura più fastidiosa del cercatore, ovvero quella dell’ UTILIARISTA. Costui è il cercatore che tende a seguire gli altri e sfruttare i suoi ritrovamenti per battere la zona circostante, ben conscio del fatto che spesso i funghi amano crescere in gruppo, in zone, sulla stessa linea, verticale o orizzontale. C’è, in questo atteggiamento, una incapacità di fondo a godere del ritrovamento, a raccogliere la gratificazione che questo può dare quando è frutto di una ricerca assolutamente autonoma e di un’intuizione spirituale che ha condotto il cercatore lì, in quel punto e non in un altro, con il presentimento di poter scovare un fungo.
Ovviamente queste tipologie di ricercatori non sono nette e definite al punto che non si possa appartenere a più di una o, nella stessa giornata, cambiare il proprio atteggiamento in modo da ricadere sotto ciascuna di esse. Il cercatore di funghi è vittima degli stati d’animo momentanei, dei risultati, dell’influenza dei suoi compagni, e per questo motivo è flessibile, passibile di una ondivaga fluttuazione da un atteggiamento all’altro.
Vanno naturalmente aggiunti a quelli sopra elencati i seguenti profili: LO SCARAMANTICO, IL PRECISO, LO SCORBUTICO e il cercatore OCCASIONALE.

20071123

QUANDO CERCARE NON SERVE











Legge Mammì, Collusione, Conflitto di interessi, Authority: termini che ritornano sui nostri giornali, soprattutto in questi giorni, quando un’inchiesta dell’unico giornale che si ricorda la vera funzione dell’informazione, ha infine svelato l’acqua calda. Ovvero, tutti sanno, da sempre, che la Rai tiene le parti del governo di cui è espressione, grazie a nomine e cda pilotati, e tutti sapevano e ricordano che quando al governo c’è stato il Berlusca la televisione di stato ha fatto il suo gioco e i suoi interessi, rinunciando di fatto ad espletare in maniera autonoma e imparziale il servizio che dovrebbe garantire ai suoi utenti. L’epurazione del compianto Biagi, di Luttazzi e Santoro, l’ascesa di Vespa e della meteora Socci erano soltanto alcuni dei segnali di quella che ora chiamano la collusione tra Rai e Mediaset. È un bene che il fatto sia emerso (tra l’altro con una notevole scelta di tempo sul gioco al rilancio di Berlusconi con il Pdl) ma quello che io mi chiedo, anche alla luce delle mail inviate già nel 2002 da Paramount e Columbia, delle statistiche sui tempi dedicati a governo e opposizione nei tg (e questa è matematica, non opinione) dei richiami dell’Unione Europea, dell’evidente scelta di non belligeranza tra i programmi di punta delle sei reti, della salvezza concessa a Fede, che doveva finire sul satellite, ebbene, c’era davvero bisogno di cercare le prove, i tabulati relative a qualcosa che era sotto gli occhi di tutti. L’Italia è l’unico paese dove si sa tutto, si vede tutto, ma nessuno fa niente salvo poi scandalizzarsi quando le prove diventano ufficiali. E questo è l’ennesimo caso di una ricerca che non serve, perché quello che c’era da trovare era sotto gli occhi del paese, come un porcino colpito dai raggi del sole in piena radura.

PRIMA PARTE

PARLANDO DEL QUANDO

Beh, dicevo semiseria, non scientifica, e voglio restare fedele alle mie intenzioni anche trattando un argomento delicato come il QUANDO.
Qualsiasi manuale cartaceo o informatico, on-line (ve ne sono tanti), vi racconterà la favola che per ciascun fungo esiste un momento, un periodo dell’anno, una stagione. E che chi, in generale, provasse ad andare alla ricerca di funghi tra, diciamo, fine novembre e primi di maggio, ebbene, si metta il cuore in pace, perché non troverà assolutamente niente, nemmeno l’ipotesi di un fungo commestibile e soltanto, tutt’al più, qualche cappelletta velenosa o indigesta che spunta floscia dal terreno………Vero! Indubbiamente il freddo è nemico mortale dei funghi ed è solo con i primi caldi, dopo che il terreno è stato bagnato a dovere, possibilmente coperto nei momenti più freddi dalla neve, che protegge dal gelo, che qualcosa comincia a spuntare dal suolo. Tuttavia nessun manuale può comandarvi di non sperare in qualsiasi stagione, con qualsiasi tempo, di poter trovare un fungo durante le vostre passeggiate boschive. Il cercatore, quello che ha abbracciato la filosofia della ricerca, trovandosi in un habitat, in un luogo adatto al fungo, non potrà fare a meno di guardarsi intorno immaginando quanto una tale porzione di suolo o una tal’altra cavità sotto una radice contorta, sarebbe perfetta per ospitare il prezioso abitante. E non lo dico perché questo viene comodo al mio intento, ma perché io stesso sono il primo a non dubitare mai, a crederci sempre, anche in un’annata disastrosa come quella appena passata, da che io rammenti la peggiore mai avuta. Spesso, anche quest’anno, quando io e miei compagni di ricerca ci spingiamo fino ai boschi nei quali siamo soliti andare a funghi, sappiamo perfettamente che il clima non è adatto, che non esistono le condizioni, che non ha piovuto abbastanza o non si è verificata, negli ultimi tempi, l’alternanza tra umidità e calore che di solito favorisce le “buttate”. Ma non è questo a fermarci. Non è delle scarse probabilità di trovare porcini che parliamo durante il mattutino viaggio in macchina, mentre intorno si sciolgono i colori dell’alba e per le strade non ci sono ancora nemmeno i lavoratori più mattinieri. La speranza c’è sempre, raramente viene tradita e se poi il sospirato fungo non si trova…..peccato, sempre torniamo a casa soddisfatti per la passeggiata, colmi dell’aria fresca che si è respirata, le gambe indolenzite, ma ancora vive, gli occhi pieni dei colori del bosco e sul telefonino la registrazione del video di una salamandra che abbiamo scovato crogiolarsi su una roccia calda o la foto della splendida, grande, rosseggiante amanita che per un momento ci ha fatto sperare che fosse possibile trovare anche di meglio.
Altri manuali, che ancora una volta mi permetterò di contraddire, sostengono che il buon fungarolo si muova sempre presto, prima dell’alba, perché la luce mattutina è la migliore possibile o perché conviene anticipare gli altri cercatori……..Balle. Sono andato a funghi a tutte le ore del giorno, con qualsiasi luce. Il fungo, e questo fa parte della mia visione magica dello stesso, si farà trovare da chi vuole essere trovato e in qualsiasi momento della giornata. Altrimenti non si spiegherebbe perché passando dallo stesso punto, attraverso gli stessi alberi, calpestando la stessa terra ciottolosa due non vedano nulla e il terzo scorga uno splendido esemplare di Edulis che occhieggia da sotto una foglia. Come se ci fosse tra lui e il suo scopritore una segreta corrispondenza……forse quella di “amorosi sensi” di foscoliana memoria. Oppure quella dell’ossessione che portò Schlieman a ritrovare Troia, Fleming a scoprire, riscoprire la penicillina…….
Insomma, il manuale del cercatore novello, fedele all’approccio semiserio, suggerisce, e non comanda, che siate voi a decidere quando andare a funghi, senza l’assillo del momento, dell’ora, della stagione; l’ansia della ricerca è un movimento dell’anima, come un feto nella placenta, può muoversi, rigirarsi e divenire inquieta a qualsiasi ora di qualsiasi giorno, a voi sta solo il compito o la decisione di soddisfarla o no.



20071122

COLPO GROSSO


Soffro nel riconoscere l'astuzia del nemico, peno nell'ammettere che l'ultima mossa del quasi spacciato Berlusca lo ha risollevato e riportato al centro, non politico ma figurato, della politica italiana. In un colpo solo, con la fondazione del fantomatico PDL (nome non casuale: provate ad immagianre quanti al voto si confonderanno con la sigla PD?) è uscito dall'angolo in cui lo avevano costretto Fini e Casini, ha ripreso possesso del ring e si è attirato consensi dai leghisti, non a caso i soli a non pronunciarsi ancora sul fatto, i quali sicuramente a breve annunceranno la loro salita sul carro. Aihmè, chi è pronto a scommettere che il nuovo partito del redivivo berluskaiser prenderà la maggioranza relativa?


Mi dolgo dell'abile mossa dell'avversario che dimostra purtroppo, o più probabilmente chi pensa per lui (vedi Letta), di non essere così lontano e alieno dalla politica. Il nord, con la prevedibile alleanza con la Lega, tornerà compatto a votarlo, il sud continuerà ad appoggiare gli ex democristiani e gli ex fascisti.............e il PD? Creatura nata su un entusiasmo che già si sente venir meno? staremo a vedere, e speriamo che il colpo inferto dal cavaliere non gli sia fatale.

20071119

TERZO PUNTO

Uno dei funghi più belli e pericolosi, l'amanita muscaria o, per la somiglianza con l'ovulo, Ovulo malefico
Che cos’è un cercatore di funghi? È possibile classificarlo, raccontarlo, spiegarlo. Se questo fosse un vero manuale conterrebbe certamente delle indicazioni in merito, si preoccuperebbe di tracciare dei confini entro i quali il vero ricercatore deve sapersi muovere, non ultime le necessarie conoscenze relative ai funghi. Ma come ho già avuto modo di dire questa non è una guida né io un tecnico o uno studioso di micologia. Su una cosa certamente mi sento di allinearmi ai manuali propriamente detti, questo è sicuro, ovvero sulla necessità di non consumare mai, crudo o cotto, dopo la prova dell’aglio o qualsiasi altra, un fungo della cui commestibilità non si sia assolutamente. E ribadisco ASSOLUTAMENTE, certi. Ma per il resto non mi sento ora ne mi sentirei mai di indicare, moderno Policleto, i canoni ai quali debba attenersi il perfetto ricercatore. Ho passeggiato per i boschi con fungaioli di vario genere, quelli casuali, ma non per questo meno impegnati, quelli abitudinari e scaramantici, che ripetono ad ogni uscita i medesimi rituali e indossano gli stessi vestiti che lo hanno, in un fruttuosa precedente ricerca, coperto dal freddo mentre il cesto andava riempiendosi. E quelli ossessivi compulsivi, categoria a cui mi sento di appartenere, che vivono sei mesi in attesa della stagione e gli altri sei ritagliandosi tutto il tempo possibile, dal lavoro e dagli impegni, per dedicarlo alle escursioni. Così come trovo sbagliato indicare un obiettivo, stabilire il confine tra una ricerca fruttuosa e una disastrosa e, anzi, proprio a cagione di questo, ritengo fuorviante il tentativo di stabilire che cosa debba essere un fungaiolo.
Da noi, in Piemonte, si dice bulaiè, da bulè, fungo, e mi si perdoni il piemontese approssimativo. Un bulaiè è chiunque in un determinato momento si trovi a risalire l’erta di un bosco inumidito dalla rugiada notturna alla ricerca di un fungo, quale che sia quello che conta o spera o si accontenta di depositare sul fondo del cesto, sopra un letto di felci e foglie ancora verdi di castagno. Bulaìè è chiunque voglia diventarlo, quand’anche non fosse capace di trovare nemmeno un fungo velenoso. Perché una volta che ci si è buttati nell’impresa si sta aderendo ad una filosofia, ad una religione a cui è sufficiente credere anche solo per la durata della ricerca.

ad un ricercatore sfortunato



Sabato 17, per le strade di Genova, si è snodato un serpente colorato il cui scopo era portare in giro un ricordo, un nome, nonchè ribadire il desiderio, il diritto di giustizia e verità che parte del popolo italiano reclama dopo i fatti tristemente noti del G8. In questo spazio in cui parlo di funghi e di ricerca mi sembra doveroso aprire una finestra su un cercatore sfortunato che non a caccia di funghi andava ma di qualcosa che forse lui stesso non consceva, ma che sapeva di dover tirare fuori per i capelli, stanare e sollecitare approfittando di quello che gli stava succedendo intorno; una manifestazione come un bosco in cui raccogliere sensazioni, momenti forti, soddisfazioni. Un bosco da cui, nella affannosa ricerca, a Carlo Giuliani non è stato permesso di venire fuori per ritrovare la luce.

SECONDO PUNTO

2: Semiserio, affiancato a "manuale", doveva essere nell'idea iniziale "non scientifico", termine che probabilmente avrebbe reso in maniera più puntuale il senso intimo del mio breve manuale ma che, dopo un'attenta riflessione, mi è parso eccessivamente rigido e poco permeabile; difetto che data la natura soggettiva e opinabile della trattazione del fungo a cui mi accingo, mal si accordava con l'insieme. Semiserio, quindi, perchè da quando sono caduo vittima dell'ossessione ludico-sportiva per il fungo ho sempre diffidato dei cercatori che sentono la necessità di dare alle passeggiate in mezzo ai boschi una veste troppo seriosa e che regolamentano tale attività con una serie di rigidi comandamenti. Orario, abbigliamento, metodica........... In definitiva vale quello che ho cercato di spiegare nella prima postilla al titolo: la ricerca di funghi, proprio in conseguenza della natura spirituale che io attribuisco all'oggetto in sè, al porcino, all'ovuolo, al galletto, alla mazza che sia, non può essere ridotta alla scienza così come non è alla conoscenza dei termini specifici, botanici, che si deve il risultato della stessa. Quando vado a funghi e mi perdo per i boschi, abituando lo sguardo a distinguere le protubeanze sotto lo strato di foglie, a investigare i piccoli pianori tra i piedi degli alberi, concentrando la mente sull'immagine di un'eburnea cappella semitonda.... che si può celare o rivelare ovunque, nei punti più impensati, negli anfratti di una radice o nei recessi di una pietra, in una concavità del terreno o sotto le fronde di una pianta di felce, ebbene, malgrado l'estrem attenzione e l'assorbimento che tale impegno richiede, cerco di mantenere costante con i miei compagni di ricerca, magari persi a decine di metri da me, un contatto sempre scherzoso, fatto di richiami, di sfottò, di risate e, stante la sana invidia, di gioia e profondo rispetto per il ritrovamento fruttuoso dell'"altro".
Semiserio perchè è importante che questa passione, che rischia di diventare malattia, ossessione, sappia ridere di se stessa, esorcizzarsi, riportarsi ad un piano più ironico, nel successo come nella sconfitta. proprio a tale proposito allego al post la foto di un compagno di ricerche che ci mostra il porcino rinvenuto proprio sulla riva lungo il sentiero, dove tutti potevano trovarlo ma soltanto lui lo ha visto e raccolto.